Spesso, tali disturbi possono dipendere da fattori occasionali e risolversi autonomamente nel giro di poco tempo, ma qualora dovessero perdurare per più giorni o presentarsi ciclicamente, è opportuno rivolgersi alla propria clinica di fiducia per una visita specialistica gastroenterologica.
Mentre nel cane i sintomi si presentano in maniera più palese, nel gatto sono più difficili da interpretare: ad esempio, la perdita di peso e il calo di attività possono essere sintomi riconducibili a patologie gastrointestinali, così come ad altre malattie gravi. In questi casi, è importante rivolgersi quanto prima al proprio veterinario di fiducia per accertamenti.
Sebbene i disturbi gastrointestinali possano colpire sia gatti che cani, quest’ultimi sono maggiormente predisposti, in particolare se appartenenti a razze come, per citarne alcune, bouledogue francese, chihuahua, barboncino toy e pastore tedesco.
Una particolare attenzione va rivolta ai cuccioli: un’impostazione alimentare corretta sin da subito, riduce notevolmente il rischio di contrarre patologie gastrointestinali in età adulta, soprattutto con altre possibili patologie parassitarie in corso. Dal momento che ogni individuo ha delle esigenze specifiche, per aiutare il nostro amico a quattro zampe a seguire un’alimentazione corretta, è importante rivolgersi al proprio veterinario di fiducia. Una volta impostata la dieta più adeguata per il cucciolo, sarà premura del proprietario fargliela rispettare, cercando di mantenere sempre invariate le abitudini alimentari che si creeranno, sia in termini di modalità di somministrazione del cibo che di orario in cui si decide di farlo mangiare. In caso di cane o gatto particolarmente delicati dal punto di vista gastroenterico, è sicuramente importante evitare l’eccesso di “fuori pasto”, come gli assaggi dalla tavola, o di premietti.
Come si svolge la visita gastroenterologica?
La visita “specialistica” gastroenterologica è riservata ai pazienti con problemi gastroenterologici, ricorrenti o cronici, oppure che si trovano in situazioni particolari, quali dimagrimento, anoressia persistente, polifagia, ecc..
I sintomi più comuni legati a disturbi gastroenterologici sono diarrea, vomito, rigurgito, inappetenza, stipsi, letargia e dolore addominale. Qualora anche uno solo di questi sintomi dovesse verificarsi, è importante, da parte del proprietario, monitorare il proprio animale e fornire quante più informazioni possibili al proprio medico veterinario di riferimento, specificando se si sono verificati comportamenti anomali e descrivendo le sue abitudini alimentari. Questa anamnesi è il primo passaggio fondamentale da compiere durante la visita, per aiutare il veterinario a capire quale possa essere la causa di tali disturbi. Si procede sottoponendo l’animale agli esami di base rispetto al caso e agli esami coprologici. Successivamente, durante la valutazione gastroenterologica, in base all’anamnesi e ai dati a disposizione, si valutano eventuali terapie alimentari o farmacologiche oppure la necessità di eseguire ulteriori esami di approfondimento (ecografia addominale, gastroduodenoscopia, ecc.).